Abramo: sacrificio o omicidio?
- Silvia Crudele, Martina Riccardi
- 3 apr 2017
- Tempo di lettura: 1 min

Lo spettacolo "Abramo", tratto dall'omonimo testo teatrale del 2014 del filosofo contemporaneo
Ermanno Bencivenga, grazie ad un adattamento di Teresa Ludovico, suscita degli interrogativi
sull'uomo contemporaneo. Il famoso episodio biblico è stato interpretato dalla stessa Ludovico
insieme con Augusto Masiello, Christian Di Domenico, Michele Altamura, Gabriele Paolocà e
Domenico Indiveri, con i costumi di Cristina Bari, le luci e la scena di Vincent Longuemere,
produzione dei Teatri di Bari.
Qui, Dio non interviene a impedire che il padre Abramo uccida il suo unico figlio, Isacco. Eliezer, il
fedele servo, unico testimone dell'omicidio, racconta alla vecchia Sara ciò che il marito è stato
capace di fare nel nome di Dio. La donna cade ineivitabilmente in preda alla follia e il padre
Abramo si chiude in un lugubre silenzio fino alla sua morte. Lo stesso ritorno del figlio (follia o
realtà?), non fa altro che far precipitare Isacco e la sua discendenza in un vortice di violenza e
sangue.
Il messaggio è quantomai attuale. L'adolescente Isacco si sente oppresso dall'amore dei genitori,
troppo presenti e protettivi. Il fulcro dello spettacolo è ,tuttavia, la legittimtà delle azioni in nome
della fede. Il sacrificio di Isacco è giustificabile?
La scenografia ha,poi, un ruolo fondamentale, poichè riesce a guidare lo spettatore attraverso le
varie fasi dello spettacolo. Gli attori, inoltre, sono in stretta correlazione con l'azione scenica,
grazie anche al grandioso disegno di luci e ombre di Longuemare.
Grazie a una regia che dà spunto a molte chiavi di lettura e riflessioni, Teresa Ludovico crea una
narrazione appassionante e piena di infinite possibilità di rapporto con il mondo: padre- figlio,uomo-Dio, moglie-marito, uomo-uomo.